La Mangiatrice di Tempo
data pubblicazione: 1973
disegni e storia: Guido Crepax
Breve racconto onirico, dove Valentina nasce da un uovo deposto da una gigantessa bionda.
Omaggio di Guido Crepax al personaggio di Barbarella, ad introduzione delle sue avventure.
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Barbarella
Editore originale (Francia): Opera Mundi Paris & Milan
data pubblicazione: 1962-1967
disegni e storia: Jean Claude Forest
La prima avventura di Barbarella vede la nostra eroina spaziale visitare un pianeta di coltivatori di fiori.
Vivono sotto una gigantesca serra e sfruttano tutta l’acqua del pianeta, a scapito di altri popoli.
Barbarella precipita in un campo di rosa, riducendo a brandelli il suo vestito.
Ringrazia il suo salvatore con le sue arti amatorie, naturalmente, ma poi si ritrova coinvolta nelle trame politiche del pianeta.
Cercando di portare pace parte per raggiungere il popolo vicino deli Oromri.
Riesce a scampare alla lapidazione, in topless, grazie all’amico oromri del del suo precedente amante, che si impegna molto per riscaldarla.
Alla fine Barbarella riporta la pace tra i due popoli, distruggendo la macchina che assorbe tutta l’acqua del pianeta.
Nella seconda avventura incontra un popolo sottomarino, governato da una regina che, secondo le leggende, pietrifica chiunque la guardi in volto.
Barbarella viene portata al suo cospetto, ma scopre che il suo potere consiste nell’assumere l’aspetto della sua vittima, che poi deve uccidere per non creare confusione.
Barbarella la prende in ostaggio e riesce a fuggire, senza subire il drammatico destino di chi l’ha preceduta.
Dopo la fuga raggiunge un popolo sotterraneo, governato da tre uomini, anche loro naufraghi come lei.
Uno di loro vive serenamente, amico dei popoli indigeni.
Un altro trascorre il tempo dando la caccia alle creature create in laboratorio del terzo naufrago.
Barbarella libera le creature sfruttate per la caccia, provocando la morte del cacciatore, poi lascia la foresta sotterranea con la trivella dell’inventore.
Lo scienziato la conduce ad Antan, una città costruita ad immagine della Terra nel 19° secolo.
Barbarella diventa il bersaglio di due perfide gemelline, che la coinvolgono nei loro giochi perversi.
La sua unica speranza è la fuga, con la trivella.
La trivella la conduce a Sogo, la città perversa in cui è ambientato il film omonimo, con protagonista Jean Fonda, del 1968, regia di Roger Vadim, suo marito all’epoca delle riprese.
Il film fece scandalo per i nudi di Jean Fonda.
Barbarella vede prima di tutto il labirinto prigione che circonda la città, scoprendo la crudeltà con cui vengono trattati gli emarginati.
La sua unica via di fuga è l’angelo Pygar, che seduce facilmente.
Pygar è cieco, quindi saranno gli occhi di Barbarella a guidarlo nella fuga verso Sogo.
Raggiunta la città si separano e Barbarella viene avvicinata da una prostituta guercia affascinata dalla sua bellezza.
Finiscono per essere catturate entrambe dalle truppe della regina, per diventare sue schiave.
Quando Barbarella scopre che la regina è proprio la prostituta guercia, si ribella e viene condannata alla gabbia degli uccelli.
I piccoli passeri sono però troppo numerosi e la aggrediscono, riducendo a brandelli i suoi vestiti.
Riesce a fuggire grazie ad un taxi pilotato da un robot, Aiktor.
Aiktor si rivela un amante fantastico, che Barbarella si gode fino in fondo.
Il robot le indica un modo per entrare a palazzo, ma qui finisce nelle mani del maestro serratore, consigliere della regina.
Il consigliere la sottopone ad una macchina erotica, per destarla dalle armi usate per catturarla e i suoi gemiti di piacere vengono sentiti in tutta Sogo.
Il Maestro serratore tradisce la regina e consegna a Barbarella le chiavi per accedere alla sua camera da letto, l’unico luogo in cui è vulnerabile.
Barbarella e la regina cadono entrambe nella trappola del Consigliere e sono costrette alla fuga.
L’intera città viene distrutta dalla creatura che vive nel suo sottosuolo e solo Barbarella, la regina e Pygar riescono a salvarsi.
Nell’avventura successiva Barbarella ha creato un circo spaziale itinerante, il Delirium Circus.
Gli spettacoli sono principalmente a sfondo erotico e per questo di grande successo.
Quando Barbarella ammette al suo circo l’uomo subacqueo Narval, le cose iniziano ad andare male.
Narval seduce Barbarella e la convince a partire per un pianeta ai margini dello spazio-tempo, con lo scopo di aiutarlo a trovare un modo per respirare l’aria.
Raggiungono il pianeta Spectra, dove il tempo scorre molto più lentamente che nel resto dell’universo.
Barbarella riesce a sincronizzarsi con il loro tempo grazie all’invenzione di Narval ed inizia la sua avventura.
Appena arrivata conosce Lio, un’adolescente con istinti suicidi che si innamora di lei.
Dopo averla aiutata a salvare la sua città di metallo, Barbarella viene catturata da un popolo selvaggio e brutale, che solo le sue grazie riescono a placare.
Aiutata da un pittore-poeta ribelle, Barbarella riesce a raggiungere il luogo dove è atterrata la sua nave, ora sotto il controllo di Narval.
Ritrovato quel che resta del suo equipaggio, affronta Narval e lo uccide, almeno crede.
Preda del senso di colpa, raggiunge un’altra città dove finisce per trasformarsi in una prostituta.
Le sue doti amatorie la rendono però impopolare, visto che porta via i clienti alle altre, quindi deve nuovamente fuggire.
Ritrova Narval, sopravvissuto al suo attentato.
Si lascia sedurre nuovamente e lo aiuta a trovare una soluzione al suo problema.
Narval riesce a respirare l’aria e vivere in superficie, finalmente, approfittandone per conquistare il potere su Spectra.
Sfrutta la nave di Barbarella per portare il suo popolo sul pianeta, solo per scoprire che sono pacifici.
Condannato a morte dal suo popolo, Barbarella accetta di prenderlo in custodia per salvargli la vita.
Alla fine Barbarella e Narval riescono a lasciare Spectra grazie alla regina di Sogo, diventata una viaggiatrice temporale.
Per comprendere la struttura caotica delle storie di Forest bisogna capire che venivano pubblicate ad episodi su un mensile francese, V-Magazine.
La struttura quindi è quella delle strisce a fumetti americane, dove ogni episodio doveva creare la suspense per il successivo.
Non ci sono scene di sesso nelle storie di Barbarella, ma solo accenni più o meno espliciti.
Lo stile grafico di Forest non necessita di censure, considerati i personaggi piuttosto stilizzati.
Rimane comunque un’opera fondamentale nel fumetto erotico internazionale.
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